Alopecia Non Cicatriziale

Alopecia Non Cicatriziale

Tipi di alopecia non Cicatriziali

ALOPECIA ANDROGENETICA

L’alopecia androgenetica è una condizione di mancanza, totale o parziale, dei capelli e colpisce oltre il 70% degli uomini e oltre il 50% delle donne. Si manifesta con un diradamento della parte fronte-occipitale dei capelli, dovuto ad una riduzione prima del calibro del capello, poi della densità.

L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa-reduttasi di tipo II, che trasforma il testosterone in diidrotestosterone. Nella realtà la caduta dei capelli non è dovuta tanto alla quantità di diidrotestosterone libero, ma alla presenza di alcuni recettori presenti solo nella zona fronte-occipitale, che a contatto con il diidrotestosterone velocizza il ciclo pilare.

I bulbi colpiti sono tipicamente localizzati nella regione frontale e nel vertice. Pertanto la maggior parte delle persone colpite da alopecia androgenetica quasi sempre mantiene capelli sani nella zona della corona, che corrisponde alle aree occipitali e temporali del capo.

Il diidrotestosterone è un metabolita biologicamente attivo dell’ormone testosterone, che oltre a promuovere la crescita del pelo corporeo e della barba, può influenzare anche negativamente la prostata e i capelli. Il DHT è prodotto dagli uomini già nell’utero materno ed è responsabile della formazione dei caratteri del genere maschile. Il DHT contribuisce attivamente anche ad altre caratteristiche generalmente attribuite agli uomini, incluse la crescita dei peli e la profondità della voce.

Nel cromosoma II risiede il gene che determina il recettore dell’enzima di tipo II. La trasmissione ereditaria è ovviamente molto più complessa. È stato dimostrato che la maggior parte dei geni coinvolti risiedono sul cromosoma X, ossia quello che la madre trasmette al figlio maschio, o che madre e padre trasmettono alla figlia femmina. L’ereditarietà verso un figlio maschio è maggiore secondo il cromosoma X che la madre ha ereditato dal padre, così la maggiore trasmissione avviene dal nonno materno al proprio nipote anziché da padre a figlio.

Nei bulbi della regione frontale e del vertice si verificano i fenomeni tipici dell’alopecia androgenetica: diminuisce il tempo della fase anagen e inizia prima la fase telogen. In un periodo di molti mesi o anni la morte precoce dei bulbi arriva fino alla definitiva scomparsa dei capelli.

Nell’uomo l’età media di un capello è 3 anni, nella donna fino a 6; il follicolo emette all’esterno il capello per ben 25 volte. Ciò è dovuto alla diminuzione della fase di crescita (anagen) che porta all’esaurimento precoce dell’emissione all’esterno dei capelli.

Sia nell’uomo che nella donna lo svuotamento è distribuito tra l’osso frontale e parziale. Spesso si assiste a un parallelo aumento del pelo corporeo.

Per diagnosticare questa patologia si utilizzano vari test di laboratorio; tra i più importanti vi sono il controllo della densità follicolare nelle varie zone del capillizio e il controllo del DHT libero.

Le terapie più efficaci sono rappresentate da trattamenti cosmetici a base di Serenoa Repens, Zinco Pca e 5alfa Avocuto, terapia farmacologica a base di Finasterite e autotrapianto con tecnica FUE .

ALOPECIA DA STRESS

Si verifica dopo stress emotivi violenti o in seguito a stati di ansia o depressivi. La caduta dei capelli in genere si manifesta dopo settimane o mesi dall’evento. Se cessa lo stato di ansia o stress i capelli ricrescono dopo qualche mese.

ALOPECIA DA DEFICIT NUTRITIVO

La carenza di opportune vitamine, proteine oppure un’alimentazione errata e sbilanciata possono determinare un diradamento del capillizio in quanto si crea un malfunzionamento del metabolismo a livello del follicolo pilifero, interferendo sul ciclo di crescita e sviluppo del capello e provocandone la caduta.

ALOPECIA POST-PARTUM

Si manifesta nella donna dopo il parto, circa tra il primo e il quarto mese, in quanto durante i nove mesi di gravidanza c’è un aumento di circa il 10% di capelli in fase anagen, con una diminuzione della fase di caduta. Quindi dopo il parto passeranno più capelli nella fase telogen e si avrà una caduta maggiore localizzata principalmente nella zona frontale e temporale.

ALOPECIA DI TIPO FEMMINILE

Oltre il 50% delle donne ha problemi di caduta di capelli oppure di riduzione della densità follicolare (quantità di capelli). Le cause possono essere molteplici. Le più frequenti sono:

  • ciclo mestruale abbondante con durata oltre i 5 giorni;
  • ciclo mestruale che posticipa con durata oltre i 28 giorni;
  • sideremia, traferrinemia, ferritina bassa;
  • ipo e iper tiroidismo;
  • trattamenti chimici errati: decolorazione, permanente, stirature. 

La caduta dei capelli nelle donne solitamente riduce lo spessore dei capelli, lasciando la densità (quantità) nella norma.

Solitamente la caduta dei capelli nelle donne si manifesta con uno svuotamento su tutto il capillizio, colpendo principalmente i parietali. Per tale motivo spesso diventa improponibile anche l’autotrapianto sia con la tecnica FUE che FUT. Molto efficace invece è la tecnica del PRP, sia tradizionale con la classica infiltrazione, sia con la tecnica della ionoforesi, totalmente indolore. Anche in questo caso è indispensabile sottoporsi a una minuziosa anamnesi e a un accurato esame del capello con misurazione della densità follicolare e del diametro, oltre che a esami del sangue specifici. In seguito all’esame del capello e al tipo di diradamento si scelgono gli esami da effettuare.

Spesso risulta inutile effettuare un tricogramma, bisognerebbe prelevare circa 100 capelli per avere delle risposte che un bravo tricologo/ dermatologo riuscirebbe a dare anche senza effettuare tale esame.

ALOPECIA AREATA

L’alopecia areata può essere di tre tipi: circoscritta, totale e universale. È una patologia in cui la repentina caduta dei capelli o di altri peli del corpo si manifesta tipicamente a chiazze glabre o aree, da cui il nome.

Solitamente le prime chiazze si manifestano nel cuoio capelluto e, nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente, senza mostrare segni di cicatrici. Nell’1% circa dei casi la patologia può estendersi all’intero cuoio capelluto (alopecia totale, AT) o a tutto il corpo (alopecia universale, AU) con la totale perdita di tutti i peli del corpo.

La malattia colpisce circa il 2% della popolazione e in modo particolare i bambini.

Solitamente una corretta diagnosi è facile da effettuare, basandosi sull’esame clinico.
I test da laboratorio da eseguire sono il controllo degli anticorpi della tiroide e il controllo della sottopopolazione linfocitaria.

Attualmente le cure più efficaci sono rappresentate da terapia cortisonica, terapia laser a luce atermica con alta potenza e alta frequenzade e terapia PRP PLATELET-RICH-PLASMA.

ALOPECIA DA TRICOTILLOMANIA

L’alopecia da tricotillomania è una forma di alopecia non cicatriziale, con presenza di zone prive di capelli o con fusti spezzati e peli di diverse lunghezze. Si manifesta con il continuo strapparsi i capelli e colpisce maggiormente i bambini. A volte oltre ai capelli sono interessate anche le ciglia, le sopracciglia e la barba.

La diagnosi di tricotillomania non sempre è facile. Si tratta di soggetti che, più o meno coscientemente, attorcigliano, tirano e strappano ciocche di capelli con le dita. Più di un terzo dei pazienti nega che l’alopecia sia autoindotta. La tricotillomania è attualmente classificata come un “disturbo del controllo degli impulsi”. Nei preadolescenti i problemi emozionali tendono a essere meno gravi e più spesso associati a rapporti conflittuali genitore-figlio o a eventi carichi di tensione. La terapia, oltre a quella farmacologica sull’uso di ansiolitici e antidepressivi (di solito benzodiazepine e triciclici), si avvale di terapie comportamentali, ipnosi, psicanalisi, psicoterapia intensiva, antipsicotici e antidepressivi. Utile in questi casi anche la tecnica di rasare i capelli.

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